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Bentornati su Upgrape, il primo programma di training online per agricoltori di uva da tavola, oggi approfondiamo l’argomento sesto di impianto.
Sono Giuseppe Cacucci agronomo e imprenditore agricolo che lavora nella filiera dell’uva da tavola, oggi con voi volevo valutare numericamente che significa produrre in due condizioni di campo, in una condizione di sesto stretto piuttosto che sesto largo.
Partiamo da dei punti in comune, dobbiamo produrre 400 quintali ad ettaro con peso unitario del grappolo di 800 grammi, quindi dovrò produrre 50.000 grappoli per ettaro in due condizioni.
Quindi 50.000 diviso 1.230 piante per ettaro, che sono la densità di impianto che corrisponderebbe ad un sesto di 3m x 2,7m e invece in un sesto stretto con una densità di 1.600 piante per ettaro, che corrisponde ad un sesto di impianto di 2,5m per 2,5m; quindi in questo caso dovrò produrre 40 grappoli per pianta, immaginate che la fertilità nella maggior parte delle varietà, la fertilità reale va da 1 a 1,5 e quindi dovrò partire da numero di grappoli superiore per arrivare nel corso della selezione dell’anno ad un numero definitivo di 40 quindi ipoteticamente parto da 60 grappoli iniziali che con questa fertilità potrò produrli con 50 gemme.
In questo caso dovrò produrre 31 grappoli a pianta che con la stessa fertilità, quindi dovrò partire da un numero iniziale di 40 grappoli che posso produrre con 38 gemme. Ora come organizzare la potatura: nel primo caso 50 gemme potrò ottenerle con 5 capi a frutto con una lunghezza di 10 gemme, nel secondo caso le 38 gemme con 4 capi a frutto con la lunghezza di 9-10 gemme. Le gemme per ettaro, rispettivamente moltiplicando 50 gemme per il numero di piante vengono fuori 61.500 gemme per ettaro. Nel caso invece del sesto stretto, 38 gemme per 1.600 piante, produrremo 60.800 gemme per ettaro. In media possiamo quindi valutare 60.000 gemme per ettaro, per ottenere una produzione con questa fertilità, di 400 quintali per ettaro.
Ora decidere di produrre in due condizioni differenti ha dei vantaggi. Nel caso del sesto largo noi per produrre non dobbiamo fare lavorazioni perché nel sesto stretto significa lavorare più piante, circa 400 in più rispetto invece alle 1.230 piante nel sesto largo, più materiale che utilizzeremo, più pali tutori per allevare un numero maggiore di piante rispetto al sesto largo; minore rischio di alternanza nel sesto largo, perché abbiamo più spazio per le piante che devono sviluppare quindi un volume della radice maggiore senza che ci siano fenomeni di competizione.
Nel caso del sesto largo abbiamo più arieggiamento, più circolazione d’aria, perché abbiamo un numero di piante inferiori che incidono sull’ettaro e poi il controllo delle piogge perché abbiamo visto che se formiamo la radice sotto la pianta, quindi a distanza rispetto al canaletto centrale che si sviluppa tra le due strisce in plastica che io vado a montare sul vigneto, questo mi determina un certo isolamento dalle piogge, fenomeno invece che non si potrebbe avere o si ha in misura limitata nel sesto stretto.
Ultimo aspetto fondamentale, se voglio spingere la produzione oltre 400 quintali ad ettaro, per quanto mi riguarda la qualità della produzione scende di molto per diversi aspetti.
Per approfondire l’argomento: